Hai mai pensato che le fragole potessero nascondere qualcosa di poco salutare? Un consiglio inaspettato del mio fruttivendolo di fiducia mi ha aperto gli occhi: non tutte sono così innocue come sembrano.
Ti accorgi che è Primavera quando tutto intorno a te si risveglia, anche solo guardare fuori dalla finestra mette di buon umore. Le giornate si allungano, l’aria è più tiepida, e la frutta è la protagonista sulle tavole. Le fragole le trovi ovunque: al mercato, nei supermercati, perfino nei bar infilate negli aperitivi. Rosse, lucide, profumate… irresistibili
Fino a poco tempo fa io non mi facevo troppe domande quando dovevo acquistarle. Le prendevo, le sciacquavo al volo e le mangiavo a manciate. Poi un giorno, mentre chiacchieravo con il mio fruttivendolo, qualcosa è cambiato, una frase mi è rimasta impressa: “Guarda che non tutte le fragole sono uguali. Alcune forse è meglio lasciarle dove sono”. Incuriosito, gli ho chiesto spiegazioni e da allora ho stravolto completamente il modo in cui scelgo quel che metto in tavola.
Non avevo mai pensato che le fragole potessero farmi male. È un frutto naturale gustoso e consigliato dai nutrizionisti. Però c’è un dettaglio che spesso sfugge, e che può fare la differenza e non essere il massimo per la salute. Parliamo dei pesticidi.
Le fragole sono tra i frutti più “delicati” e hanno una superficie che assorbe tutto, come una spugna. Quindi se vengono trattate con sostanze chimiche per farle crescere più in fretta o per farle resistere al viaggio fino al supermercato, quelle sostanze se le portano dietro fino al nostro piatto, lavarle velocemente sotto l’acqua spesso non basta.
Una delle situazioni più discusse riguarda, ad esempio, le coltivazioni intensive in Spagna, dove il ritmo della produzione è così alto che spesso si usano cocktail di pesticidi piuttosto aggressivi. Ma non è solo un problema spagnolo: succede ovunque ci siano logiche industriali che mettono il profitto davanti alla qualità. E le fragole, purtroppo, ne fanno le spese.
Il punto, però, non è smettere di mangiarle ma scegliere con un minimo di attenzione. Da allora io faccio una cosa semplicissima: chiedo da dove arrivano. Se vado al supermercato, leggo le etichette e quando le porto a casa, niente lavaggi rapidi ma un bell’ammollo con aceto o bicarbonato, per un paio di minuti, una raccomandazione: il picciolo non va mai tolto prima di lavarle, che è un po’ come aprire la porta a quello che non vorresti dentro casa.
Come vedi anche una fragola può raccontare molto, basta solo saperla ascoltare.
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