Una pensione bassa non permette di vivere con dignità. L’INPS permette di chiedere fino a 600 euro in più ma a determinate condizioni.
Il tema pensioni in Italia è molto delicato per svariati motivi. La questione più rilevante riguarda gli importi, troppo bassi per tanti cittadini rispetto al costo della vita. Se nei Paesi Bassi la pensione minima è stata alzata a 1.350 euro, qui nella nostra penisola è di poco più di 600 euro. Una differenza netta che si traduce in bassa qualità della vita per tante, troppo persone.
L’importo della pensione dipende dall’età del pensionamento, dalla formula utilizzata per lasciare il mondo del lavoro e dal numero dei contributi maturati. Una carriera lavorativa lunga e continuativa permetterà di arrivare ad avere un assegno pensionistico quantomeno sufficiente per soddisfare tutti i bisogni primari e se si è fortunati anche qualcuno secondario.
Il problema è che per tante persone la carriera lunga è un’utopia e al momento dei calcoli la pensione sarà di poche centinaia di euro, anche meno di 500. Una cifra che non permette di vivere con dignità ma secondo la normativa si può alzare facendone richiesta all’INPS. Chi non conoscere il trattamento minimo perde molti soldi ogni mese.
L’INPS può aumentare l’importo basso della pensione con l’integrazione al trattamento minimo. Parliamo di un incremento dell’assegno fino al raggiungimento di un limite minimo stabilito dallo Stato basandosi sugli indici ISTAT. L’obiettivo è la pensione minima a 1.000 euro ma è ancora molto lontano.
Oltre all’integrazione, per chi ha trattamenti troppo bassi c’è anche una rivalutazione aggiuntiva del 2,2% che permette di alzare ancora di più l’assegno tutelando il potere d’acquisto dei pensionati. Nel 2025 la pensione minima è di 603,40 euro al mese e 7.844,20 euro l’anno. Solo chi riceve assegni sotto queste soglie ha diritto all’integrazione piena. Per chi rimane entro 15.688,40 euro l’integrazione è parziale, oltre questo limite non viene concessa.
Va sottolineato che in caso di reddito del coniuge bisogna tener conto di tre fasce. L’integrazione sarà totale per redditi coniugali entro 31.376,80 euro e ridotta fino a 39.221 euro. Oltre questa cifra non ci sarà nessuna integrazione. Per quanto riguarda la citata rivalutazione extra del 2,2% che viene erogata solo alle pensioni minime, permette di aumentare l’assegno mensile fino a 616,67 euro.
Chi rientra nei requisiti, dunque, deve inviare subito domanda all’INPS per ricevere l’integrazione al minimo ma bisogna tener conto di un ultimo fondamentale dettaglio. Questo strumento è a disposizione solo dei pensionati rientranti nel sistema di calcolo retributivo o misto. I contributivi sono fuori da questa possibilità.
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