Tutti le sottovalutano ma sono una minaccia silenziosa nei giardini infatti un parassita trasforma una lumaca in un killer.
La situazione sta diventando sempre più allarmante, ma per correre ai ripari bisogna comprendere cosa so sta affrontando. Non si tratta di un predatore né di una nuova malattia virale ma di un parassita che si insinua tra piante bagnate e angoli più ombrosi dopo ogni pioggia: il verme polmonare del ratto , nome scientifico Angiostrongylus cantonensissi sta diffondendo in modo preoccupante e costante a causa del clima e a causa della presenza costante di topi negli ambienti abitati.
Il problema però non sarebbero solo i topi ma anche le chiocciole e limacce che prosperano indisturbate nell’ambiente. La cosa più terrificante è che ad essere infettati potrebbero essere anche i vostri amati animali domestici, tra i veterinari infatti questo parassita è noto per la sua pericolosità soprattutto nei cani.
Quando si manifestano i sintomi nei nei cani spesso sono drammatici. Spasmi, paralisi, convulsioni e, in molti casi si arriva persino alla morte del vostro amico a quattro zampe.
Esiste persino la possibilità remota che questo parassita possa colpire anche l’uomo, portando a gravi danni neurologici. Gli esperti australiani dove il parassita si è diffuso a vista d’occhio hanno lanciato l’allerta, e anche se alcuni lo hanno definito allarmismo si è evidenziata grazie a dati clinici e analisi ambientali che il parassita potrebbe eseere trasmesso anche all’essere umano.
Angiostrongylus cantonensis è tanto complesso quanto insidioso, i roditori sono per questo parassita gli ospiti primari che espellono le larve attraverso le feci.
Queste vengono poi ingerite da lumache e limacce, che diventano vettori secondari. Ed è proprio in questo passaggio che il pericolo si amplifica: un cane che mangia accidentalmente una di queste creature, o anche solo erba contaminata può essere esposto al parassita.
Il parassita una volta all’interno dell’organismo espelle delle larve che intraprendono una migrazione verso il sistema nervoso centrale dell’ospite, invadendo i tessuti cerebrali questo innesca nei cani una reazione infiammatoria potenzialmente letale.
Nei cani, il decorso è spesso fatale e ci si accorge dei sintomi troppo tardi per intervenire, anche gli esseri umani possono essere infettati ma pur accadendo con estrema rarità i casi di meningite eosinofila legata al parassita sono documentati e gli esiti alcune volte sono stati persino tragici.
L’elemento più preoccupante è l’interazione tra fattori ambientali e diffusione del parassita, i dati provenienti dai ricercatori dell’Università di Sydney affermano infatti che il numero di infezioni canine aumenta in modo significativo nei mesi successivi a piogge intense.
Climi sempre più umidi e inverni più miti creano condizioni ideali per la sopravvivenza e la riproduzione di lumache e limacce, amplificando il rischio epidemiologico.
E mentre la scienza cerca soluzioni per contenere la diffusione attualmente l’unica arma efficace resta la prevenzione, evitare il contatto diretto con lumache, igienizzare attentamente frutta e verdura, e proteggere gli animali domestici sono misure semplici ma fondamentali.
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