In pochi lo sanno ma ci sono diversi casi in cui si può fare ricorso per una multa ottenuta con l’autovelox e quindi non pagarla. Ecco cosa sapere.
Tanti automobilisti saranno stupiti di ritrovarsi a casa, qualche settimana dopo, una multa per eccesso di velocità rilevata dall’autovelox. In effetti il numero di autovelox e di tutor sulle strade italiane è in aumento, proprio al fine di garantire la sicurezza di chi guida, disincentivando la velocità.
Non sempre però la multa dell’autovelox è legittima. Ci sono alcuni casi in cui l’automobilista può contestarla e non pagarla. Ecco tutti i casi in cui è possibile fare ricorso per una sanzione del genere.
In Italia ci sono sempre più autovelox e tutor sulle strade, per rilevare la velocità degli automobilisti, disincentivandoli ad andare veloce, e quindi garantendo maggiore sicurezza quando si guida. Questi apparecchi, però, devono rispettare precisi requisiti, altrimenti l’automobilista può contestare la multa, facendo ricorso al giudice di Pace oppure al Prefetto.
Nello specifico, il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha predisposto un apposito decreto che stabilisce le modalità di collocazione e uso dei dispositivi di rilevamento a distanza dei limiti di velocità, al fine di garantire un utilizzo degli autovelox conforme alle esigenze di sicurezza della circolazione, prevenire gli incidenti e tutelare gli utenti della strada.
Per questo motivo ci sono diversi casi in cui è possibile contestare una multa dell’autovelox, ad esempio se:
L’automobilista che riceve una multa dell’autovelox illegittima può contestarla alla Polizia comunicando i dati dell’effettivo conducente. Deve compilare i dati, anche se non ricorda chi fosse alla guida al momento dell’infrazione. In caso contrario, dovrà pagare una sanzione di 1.000 euro.
Per contestare la multa davanti al Giudice di Pace del luogo in cui è avvenuta l’infrazione si hanno 30 giorni e si può farlo tramite raccomandata A/R alla cancelleria del giudice, pagando il contributo unificato di 43 euro, più eventuali spese legali e la marca da bollo di 27 euro. Nel caso in cui si perda la contestazione, il ricorso non verrà accolto e bisognerà pagare una cifra maggiore rispetto a quella della multa originaria, più le spese processuali.
La multa rilevata dall’autovelox si può contestare anche davanti al Prefetto, inoltrando il ricorso entro 60 giorni dalla notifica con raccomandata A/R all’organo di Polizia che ha eseguito il verbale oppure direttamente al prefetto stesso, gratuitamente. Il ricorso è considerato accolto se, entro 180 giorni dall’invio alla Polizia, o 210 giorni al Prefetto, non si riceve risposta. Se viene rifiutato, si può fare nuovamente ricorso al Giudice di Pace nei 30 giorni successivi oppure si dovrà pagare la multa nel suo importo totale.
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