La tua ex si è risposata ma continui a versarle l’assegno? Scopri cosa dice la legge tra diritti, doveri e qualche mal di pancia inevitabile. E no, non tutto dipende dal tradimento.
Succede spesso, più spesso di quanto si pensi. Dopo una separazione, ognuno prende la propria strada, e fin qui tutto normale. Ma quando scopri che la tua ex sta per risposarsi o magari convive già da mesi con un nuovo compagno e tu, nel frattempo, continui puntualmente a versare l’assegno, qualche dubbio ti viene. E non solo per una questione di principio, ma anche di portafoglio.
Se poi ci aggiungiamo che i figli li vedi quanto lei, che partecipi alla loro crescita, che magari sei stato anche quello tradito e che oggi lei sembra rifarsi una vita mentre tu continui a fare i conti con la vecchia, la frustrazione diventa comprensibile. La domanda allora sorge spontanea: ma se ha un nuovo marito, perché continuo a pagarle gli alimenti?
E soprattutto, posso smettere? La risposta, come spesso accade quando si parla di legge, non è così semplice come si vorrebbe. Ma una cosa è certa: no, non è detto che tu stia facendo un torto al tuo buon senso. Però devi fare i conti con quello che stabilisce il nostro ordinamento.
La legge italiana è molto chiara su un punto, anche se a qualcuno può sembrare assurdo: i figli hanno diritto ad essere mantenuti da entrambi i genitori, sempre, comunque, anche se mamma e papà non si parlano più o se uno dei due ha cambiato famiglia, partner o continente.
Questo principio è scritto nero su bianco nella Costituzione, all’articolo 30, ed è rafforzato dal Codice Civile, che specifica come ciascun genitore debba contribuire in base alle proprie possibilità economiche. Non si scappa: se guadagni di più, paghi di più. Se invece la tua situazione cambia in peggio, puoi chiedere di rivedere l’importo, ma di smettere del tutto difficilmente se ne parla.
Anche se la tua ex ha una nuova relazione stabile o è convolata a nuove nozze con tanto di torta nuziale e hashtag di coppia, l’assegno per i figli resta. Il motivo? Perché non è lei a riceverlo, ma si presume sia destinato ai bisogni dei figli, per scuola, vestiti, attività sportive e tutto ciò che serve a crescere decentemente un essere umano.
Discorso diverso invece per l’assegno di mantenimento destinato all’ex coniuge, quello che in gergo si chiama assegno divorzile. Se lei si è risposata, lì sì che la musica cambia: la legge stabilisce che questo tipo di contributo economico si estingue automaticamente nel momento in cui l’ex passa a nuove nozze. Insomma, almeno su quel fronte, puoi tirare un sospiro di sollievo.
Infine, anche se i figli stanno metà del tempo con te e metà con la madre, il mantenimento non sparisce magicamente. Conta il reddito, non il cronometro. E se il giudice ha stabilito un assegno, è perché in quel momento ha ritenuto giusto così.
Puoi chiedere una revisione se le condizioni sono cambiate davvero, ma servirà dimostrarlo, con pazienza e documenti alla mano. Perché sì, la giustizia non si fida solo della parola, anche se pronunciata con la voce tremante di chi si sente un po’ preso in giro.
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