In tema di pensioni le novità non mancano mai. Ma per chi è in procinto di chiudere la sua storia lavorativa vi sono soltanto buone nuove. Quali?
Riguardo la pensione ciascuno ha la sua definizione che le calza a pennello. Chi l’ha raggiunta, dopo una lunga vita lavorativa mai priva di sacrifici, l’ha ritiene come “il giusto compenso” per quanto dato nella mansione svolta, qualunque essa sia stata.

Per chi la deve ancora raggiungere ma si trova a percorrere ormai l’ultimo miglio dall’ambita meta è “l’atto finale di una storia che ha percorso un’intera vita“. Per coloro che hanno iniziato da poco a lavorare la pensione è invece “una chimera, un miraggio” che potrebbe svanire per sempre da un momento all’altro. Una delle definizioni di pensione recita: “La pensione è una prestazione economica, erogata periodicamente, che spetta ai lavoratori al raggiungimento di determinati requisiti di età e/o di contributi“.
Il mondo del lavoro, e come si è evoluto in questi ultimi decenni, ha reso maledettamente complicato il fatidico raggiungimento di determinati requisiti di età e/o di contributi. La precarietà del lavoro, l’uso sempre più su vasta scala dei contratti a tempo determinato, che comportano anche lunghe pause tra un impegno lavorativo e l’altro, sta rendendo quasi impossibile alle nuove generazioni l’accesso alla “prestazione economica” che premia una lunga e costante vita lavorativa.
Per chi, invece, ha raggiunto i requisiti richiesti vi è una novità
Per i lavoratori in attesa di andare in pensione vi è la conferma de Bonus Maroni arricchito e completato da un’importante novità che ha cambiato la denominazione del bonus stesso divenuto ora Bonus Giorgetti.

È stata la stessa Inps a fare chiarezza a riguardo attraverso la circolare numero 102 del 16 giugno 2025. “Da quest’anno i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, che raggiungono i requisiti a fine 2025 sia per Quota 103 sia per la pensione anticipata e decidono di restare al lavoro possono chiedere al proprio datore di lavoro di avere in busta paga i contributi previdenziali a proprio carico”, (tg24.sky.it).
Si tratta quindi della conferma del Bonus Maroni ma con una significativa aggiunta che ha portato poi alla significativa decisione di cambiare anche il nome del ministro che lo ha corretto ed ampliato, Bonus Giorgetti. Ma quali sono i concreti vantaggi economici per un lavoratore che decide di procrastinare la pensione e continuare a lavorare? L’esempio chiarificatore riguarda un lavoratore di 62 anni con un reddito lordo annuo di 40.000 euro (investireoggi.it).
Accettare il bonus e quindi rinunciare al pensionamento si traduce concretamente in un’opportunità che può portare benefici fiscali fino a 575 euro mensili. Occorre precisare come il beneficio si attenui con l’aumentare dell’età e ci si avvicini sempre più alla pensione di vecchiaia. L’arrivo dell’età pensionabile e dell’imminente addio all’attività lavorativa rappresenta sempre un passaggio importante ma anche delicato. Ora la possibilità di rinviare quel momento può riguardare una platea più ampia di lavoratori.