I precedenti giudiziari a favore dell’annullamento delle multe comminate con autovelox cominciano ad essere parecchi: ecco come la sentenza del Tribunale di Frosinone diventa un’arma a vantaggio degli automobilisti.
Il rispetto dei limiti della velocità è una norma fondamentale del Codice della Strada e una regola volta a salvaguardare le vite umane. Le velocità massime sono calcolate in base alla tipologia di strada e al rischio derivante dal percorrerla. In un tratto cittadino ci sono infatti da considerare molteplici fattori, come gli attraversamenti pedonali, la presenza di scolaresche e luoghi dai quali possono uscire molti pedoni, ma anche di incroci e curve cieche.

Insomma i limiti di velocità servono ad evitare che l’eventuale perdita di controllo – per un problema meccanico o di salute, o ancora di distrazione – logico dunque che per educare gli automobilisti al rispetto di questa regola fondamentale possano essere previste delle multe, anche pesanti, qualora s’infranga.
Tuttavia da diversi mesi tiene banco la questione autovelox. Essere fotografati da questo strumento di controllo quando si viaggia ad una velocità superiore a quella consentita dalla legge è sufficiente per poter comminare una multa al proprietario dell’auto, ma non sempre queste multe sono valide e lo dimostra la recente sentenza del Tribunale di Frosinone.
Quando è possibile richiedere l’annullamento della multa autovelox
Non è la prima volta che si sente parlare della necessità di omologazione dell’autovelox. Per omologazione s’intende una procedura di taratura dello strumento di rilevazione che assicura la corretta registrazione del valore pertinente alla velocità di crociera effettiva dell’auto multata.

Qualora l’autovelox fosse starato, infatti, l’automobilista potrebbe andare ad una velocità corretta ed essere multato per un malfunzionamento del dispositivo. L’ultimo caso che ha riportato a galla la questione riguarda un automobilista che è stato multato mentre da Frosinone si stava recando verso Ferentino.
Ricevuta la multa, l’automobilista si è recato dal giudice di pace chiedendone l’annullamento ma questo ha rigettato la richiesta sottolineando come il posizionamento dell’autovelox fosse stato autorizzato e che fosse dunque stato sottoposto ad un controllo che ne verificasse il funzionamento.
In seguito l’automobilista ha fatto ricorso al Tribunale di Frosinone, il quale ha ribaltato la precedente sentenza annullando il verbale e la relativa sanzione. Questo perché l’autorizzazione non è sufficiente a garantire il corretto funzionamento dell’autovelox ed è necessaria l’omologazione – ovvero verifica della corretta taratura – affinché si possa essere certi che le multe non siano frutto di un errore di rilevazione.
La sentenza conferma l’indirizzo giuridico generale in assenza di ulteriori correttivi legislativi sull’argomento: qualora l’autovelox non sia omologato, la multa non è valida.