L’ansia da separazione nei cani è un problema più comune di quanto pensi, ma la buona notizia è che si può risolvere. Ecco cosa mi ha spiegato un addestratore cinofilo per affrontarla.
Quante volte hai provato a uscire di casa in punta di piedi per evitare che il tuo cane si accorgesse che stavi andando via? La speranza era quella i evitare di ritrovare il salotto trasformato in un campo di battaglia, cuscini strappati, scarpe sbranate, magari qualche ricordino sul pavimento. E lo ritrovi con lo sguardo colpevole ma al tempo stesso disperato, come se ti stesse dicendo “non lasciarmi mai più”.

Tantissimi proprietari si ritrovano a fare i conti con comportamenti che sembrano inspiegabili, ma che in realtà sono il sintomo di qualcosa di molto chiaro: il tuo cane, quando te ne vai, sta male sul serio. Se riesci a capire cosa succede nella sua testolina puoi aiutarlo a stare meglio. Ho parlato con un addestratore cinofilo che mi ha aperto gli occhi.
Quello che il tuo cane non riesce a dirti: come riconoscere e gestire l’ansia da separazione
L’ansia da separazione, a dispetto del nome un po’ tecnico, è semplicemente quella sensazione di vuoto e paura che il cane prova quando restare da solo gli sembra una tragedia. Alcuni si agitano ancora prima che tu abbia messo le scarpe, altri iniziano a ululare non appena chiudi la porta. Ci sono quelli che si rifugiano sotto al letto e quelli che invece si sfogano rosicchiando ogni cosa a portata di zanna.

Non lo fanno per farti un dispetto. Non c’è vendetta, non c’è strategia. C’è solo ansia, quella vera. Ed è per questo che il primo passo è smettere di sgridarli e iniziare ad ascoltarli, o meglio, a osservarli. Perché i cani parlano con i gesti, con i silenzi, con gli occhi. Una volta che capisci quali sono i momenti più critici, puoi cominciare a lavorarci su. L’addestratore che ho incontrato mi ha spiegato che serve pazienza e costanza, e sì, anche un po’ di creatività.
Il trucco è abituarlo un poco alla volta alla tua assenza, cominciando con uscite brevissime, tipo quei cinque minuti in cui vai a buttare la spazzatura. Se al rientro lo trovi sereno, puoi aumentare il tempo, sempre senza farne un dramma né all’andata né al ritorno. Un’altra dritta utile è quella di rendere il tempo che passa da solo più interessante.
Lasciagli qualcosa da fare, un gioco, un pupazzo con dentro un po’ di cibo, qualcosa che gli faccia venire voglia di restare lì ad aspettare il tuo ritorno senza ansia.

Anche la routine fa la sua parte: sapere quando si mangia, quando si gioca e quando si esce aiuta il cane a sentirsi più al sicuro. E se vuoi fare le cose fatte bene, puoi aggiungere qualche suono rilassante, una playlist tranquilla, magari quei rumori bianchi che fanno dormire pure i neonati.
Nei casi più tosti, però, niente paura: esistono professionisti bravissimi che possono darti una mano. Il punto è non lasciare che il problema si trascini. Il cane non ha bisogno di miracoli, solo di essere capito.
L’ansia da separazione non è un capriccio né una sfida personale al tuo equilibrio mentale. È solo il modo in cui il tuo cane ti dice che gli manchi. Puoi insegnargli, con un po’ di pazienza e qualche trucchetto, che anche quando non ci sei il mondo non finisce. Anzi, a volte può essere persino interessante.