Si può andare in pensione già a 62 anni: tutti i requisiti necessari

Nel 2026 si potrà uscire dal lavoro a 62 anni grazie a una nuova soluzione pensionistica.

Non sembra esserci pace per il sistema pensionistico italiano, in costante mutamento. Con la prossima Legge di Bilancio, prevista per il 2026, il governo affronterà una delle tematiche più sentite dai lavoratori italiani: la possibilità di pensione anticipata, senza dover attendere i requisiti anagrafici dalla pensione di vecchiaia.

Pensionato al computer
Si può andare in pensione già a 62 anni: tutti i requisiti necessari – royalfarm.it

La proposta sul tavolo del governo è la cosiddetta Quota 41 flessibile, che potrebbe sostituire definitivamente misure come Quota 103, considerata allo stato attuale delle cose poco efficace o insostenibile sul lungo periodo.

Con l’introduzione di Quota 41 flessibile, la volontà è quella di ampliare l’accesso alla pensione anticipata, bilanciando tuttavia i costi a carico dello stato.

Pensione anticipata, come funziona Quota 41 flessibile

Attualmente, Quota 41 flessibile è riservata a determinate categorie protette, come i disoccupati di lungo periodo, gli invalidi con almeno il 74% di disabilità, i cargiver e i lavoratori addetti a mansioni gravose o usuranti. Per questi, è sufficiente aver maturato 41 anni di contributi per ottenere il diritto alla pensione, senza alcun vincolo d’età.

Pensionati abbracciati
Pensione anticipata, come funziona Quota 41 flessibile – royalfarm.it

Con la nuova proposta la volontà è quella di estendere ad altri lavoratori la possibilità di pensione anticipata, introducendo tuttavia dei paletti. Per chi non rientra nelle categorie sopra citate, sarà necessario aver compiuto almeno 62 anni di età, oltre ad aver maturato i 41 anni di contributi richiesti. Questa combinazione garantisce un accesso anticipato alla pensione rispetto alla normativa generale, ma in forma più sostenibile per le finanze pubbliche.

Tra le novità più rilevanti riguarda il trattamento economico dell’assegno pensionistico. Con Quota 103, attualmente in vigore, è previsto un ricalcolo contributivo che penalizza pesantemente l’importo dell’assegno, rendendo la misura poco appetibile. La nuova Quota 41 flessibile, invece, abolirebbe questo ricalcolo, sostituendolo con una penalizzazione più contenuta, pari al 2% per ogni anno di anticipo rispetto all’età pensionabile ordinaria.

Un altro elemento innovativo è l’introduzione di una soglia ISee: secondo le prime anticipazioni, il taglio del 2% non verrebbe applicato a chi ha un ISEE inferiore a 35.000 euro. In questo modo, si garantisce un meccanismo più equo e attento alle condizioni economiche del singolo lavoratore, evitando che chi ha redditi bassi venga ulteriormente penalizzato.

È doveroso ricordare che si tratta di un progetto in fase preliminare. Attualmente sono ancora in corso le discussioni politiche e non è escluso che nei prossimi mesi possano emergere altre ipotesi di riforma. Tuttavia, la Quota 41 flessibile rappresenta oggi la proposta più concreta per consentire a molti italiani di andare in pensione a 62 anni, senza compromettere la sostenibilità del sistema previdenziale.

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