Pensioni, nuove regole per gli italiani: cosa sta per cambiare sulla minima, non era mai successo prima

Le pensioni sono pronte a cambiare, la minima in particolare subirà una piccola rivoluzione con l’introduzione di nuove regole.

Gli italiani si devono abituare ad un cambiamento in arrivo, in meglio o peggio? Scopriamolo approfondendo le caratteristiche di questa rivoluzione che introdurrà delle modifiche importanti rispetto l’attuale sistema di pagamento delle pensioni minime.

Coppia pensionati
Pensioni, nuove regole per gli italiani: cosa sta per cambiare sulla minima, non era mai successo prima (Royalfarm.it)

Una sentenza della Corte Costituzionale potrebbe essere alla base di un cambiamento rivoluzionario con riferimento alle pensioni minime. Oggi vige la Riforma Dini che prevede il divieto di integrazione al minimo della pensione di invalidità previdenziale per i contributivi puri ossia coloro che hanno iniziato a versare contributi dal 1996 in poi. Ebbene, la Corte Costituzionale ha annullato tale divieto nella sentenza numero 94 del 2025 aprendo le strade a nuove opportunità per tutti i cittadini.

E come conseguenza alla sentenza l’annullamento potrebbe allargarsi anche a tutti gli altri trattamenti pensionistici. Al momento è ancora in vigore il divieto ma potrebbero arrivare novità interessanti che vedrebbero la pensione minima diventare una realtà per tutti gli italiani senza discriminazioni. I pensionati non si lasceranno scappare l’occasione di presentare ricorso per ottenere un aumento dell’entrata mensile anche se non ci sono garanzie del fatto che usciranno vittoriosi dalla battaglia.

Pensione minima per tutti, sarà realtà?

La sentenza della Corte Costituzionale riguarda esclusivamente la pensione di invalidità ma ciò non toglie che potrebbe diventare un precedente a cui aggrapparsi per ottenere l’integrazione al minimo da percettori contributivi puri di altri trattamenti. Per capire se un risultato positivo per i cittadini sarà possibile bisogna approfondire le motivazioni che hanno portato alla sentenza della Consulta.

Martelletto e soldi
Pensione minima per tutti, sarà realtà? (Royalfarm.it)

L’integrazione al minimo è vietata ai contributivi puri. Questi possono contare sull’assegno sociale come entrata mensile a condizione che vengano rispettati dei limiti reddituali. L’assegno sociale prevede delle agevolazioni proprio per i contributivi puri ossia la possibilità di cumularvi una quota della pensione e un limite di reddito più estensivo. In questo modo si compensa il divieto di integrazione al minimo.

La Consulta ha sottolineato che l’assegno sociale spetta solo agli over 67 mentre l’assegno ordinario di invalidità indipendentemente dall’età. L’invalidità impedisce ai cittadini di accumulare un montante contributivo adeguato e, di conseguenza, i percettori di pensione di invalidità non sarebbero tutelati se non avessero l’integrazione al minimo.

Da qui la sentenza con l’annullamento del divieto ma si capisce bene come le motivazioni non si possano estendere anche agli altri trattamenti. Parlando di mezzi adeguati alle esigenze di vita, però, è possibile che si apri uno spiraglio per chi riceve trattamenti troppo bassi tali da non garantire una vita dignitosa. Una soluzione potrebbe essere loro trovata ma non è detto che si tratti dell’integrazione al minimo.

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